Se qualcuno mi avesse chiesto fino a pochissimi anni fa se credessi nella felicità la mia risposta sarebbe stata un secco “No”.
Tutt’al più avrei potuto dire che ciò a cui anelavo e che mi sarebbe peraltro ben bastato era raggiungere uno stato di serenità duraturo, non soggetto ad oscillazioni repentine e inaspettate. Nemmeno sapevo definire cosa potesse essere la Felicità se non in negativo come una mancanza di ansie, di paure, di sensazioni di inadeguatezza o quant’altro.
La parola Felicità era per me una parola troppo “grande”, troppo pretenziosa, troppo lontana dalla mia esperienza.
Oggi sono arrivata a pensarla molto diversamente.
Cos’è successo?
E’ cambiato il mio concetto di Felicità.
Ora credo fermamente che la Felicità sia un’attitudine, un modo di approcciare alla vita, una condizione interiore che mi permette di affrontare ogni mia giornata con l’entusiasmo di chi ha voglia di scoprire quali nuove opportunità l’ aspettano per far esperienze nuove, per relazionarsi con le persone, per amare, per emozionarsi, per crescere e migliorarsi e per scoprirsi sempre di più, per continuare a stupirsi, per godere delle piccoli e grandi cose, per scorgere quel filo dorato che collega ogni giornata al significato e allo scopo che si è scelto di vivere con l’ intera esistenza.
Prima di pensarla così due erano i miei grandi problemi al riguardo. Prima di tutto nella mia testa la Felicità era un obiettivo da raggiungere, un traguardo alla fine di un percorso. In amore era ben sintetizzata da quella frasetta letta e riletta tante volte nelle favole di bambina: “ …e vissero felici e contenti”. Peraltro nessuno aveva mai scritto cosa succedeva dopo la coronazione del sogno. Come facevano a continuare a vivere felici e contenti? Cenerentola forse, dopo aver tanto sgobbato per eseguire gli ordini di matrigna e sorellastre ed essere riuscita a farsi sposare dal principe azzurro continuava ad organizzare balli sontuosi ogni sera? La fata madrina interveniva ogni qual volta c’era un disguido? Uccellini e topolini continuavano ad aiutarla a cucirsi i vestiti? Secondo problema: la Felicità era qualcosa che arrivava dall’esterno come un colpo di fortuna. Poteva essere l’invito alla festa del principe azzurro in voga in quel momento, un regalo, il lavoro desiderato, potevano essere “n” cose ma sempre dipendevano da altri, non un mio modo di sentirmi e sentire. E questo mi faceva scattare quel terribile meccanismo delle aspettative che tanto spesso erano disattese. Perché è impossibile che gli altri possano sapere tutto ciò che di istante in istante può farci felici o può rispondere ai bisogni più profondi del momento. E se noi aspettiamo che siano gli altri a darci valore o a renderci felici, a loro diamo anche il potere di portarci via la felicità qualora decidessero di farlo.
Leggo la definizione di Felicità in wikipedia: è lo stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.
Detta così non mi ci ritrovo. Mi sento al contrario fortunata ad avere desideri che nascono ancora ed altri sogni da realizzare e che si tramutano in progetti. Io per contro, oggi, dopo aver tanto lavorato su me stessa, mi sveglio Felice perché ho voglia di iniziare la mia giornata per amare anche oggi, per relazionarmi anche oggi, per studiare qualcosa di nuovo e per progettare qualcosa di nuovo anche oggi, per vedere qualcosa di nuovo e stupirmi anche oggi, per mettermi alla prova anche oggi, per leggere una nuova pagina anche oggi, per prendermi cura di me e coccolarmi anche oggi. E’ nella voglia di fare che mi sento viva e Felice, non nel raggiungimento di una meta, non nella soddisfazione di un desiderio che lì si conclude, fine a sé stesso.
Per me oggi Felicità è riuscire a vivere in consapevolezza, è riuscire a sentirmi libera di scegliere cosa vivere, ma scegliere veramente. Non lasciare che gli eventi mi travolgano e scelgano per me. Libera da quei condizionamenti, da quegli schemi inconsci che spesso ci dirigono senza che ce ne rendiamo conto. Si può arrivare a essere liberi se si riesce a lavorare su di sé per guardarsi dentro per conoscersi, comprendersi, scoprire quei nodi che vengono dal passato e che sono da sciogliere, per riuscire a far affiorare le nostre emozioni.
Felicità per me è riuscire a vedere la mia vita dall’alto, come a volo d’uccello, per scorgere quel fil rouge che in qualche modo connette le varie esperienze che ho vissuto nella mia vita e che mi indica la mia direzione, il senso, lo scopo che sono chiamata ad abbracciare in questa vita. Quindi felicità è per me riuscire a vivere in connessione col mio cuore.