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Crisi e opportunità

Tutta la nostra vita è un continuo alternarsi di periodi di equilibrio, armonia e stabilità e periodi di crisi.

Eventi interni legati alla nostra crescita, come l’adolescenza, la genitorialità, la menopausa, solo per citarne alcuni, ed eventi esterni imprevedibili, come possono essere la perdita del lavoro o di una persona cara o una malattia, un tradimento o la fine di una relazione scandiscono l’alternarsi di questi periodi.

La crisi arriva quando l’equilibrio che si stava vivendo è già stato compromesso, messo in discussione e il conflitto interiore arriva per dirci che è necessario un cambiamento per ritrovare il nostro benessere e per poter conquistare un nuovo equilibrio.

Arriva quando la strada che stavamo percorrendo si è trasformata in un cul de sac ma ostinazione, pigrizia o inconsapevolezza ci fanno continuare a percorrere sempre la stessa via mentre è opportuno cambiare direzione.

Dunque una crisi ci mette sempre di fronte all’ esigenza di un rinnovamento.

Davanti alla necessità di cambiamenti la maggior parte delle persone indietreggia perché questi ci mettono di fronte alle nostre insicurezze, alle nostre paure, alle nostre fragilità e alle nostre responsabilità.

Ma tutta la vita è un fluire di mutamenti. Noi cambiano di continuo. Magari impercettibilmente ma inesorabilmente man mano che cresciamo e accumuliamo esperienze. Negare il cambiamento sarebbe dunque il male più grande che potremmo farci da sole.

Allora perché non dirigerlo il cambiamento assumendoci la respons-abilità di scegliere e di guidare la nostra vita?

In questo credo stia la differenza fra chi si fa travolgere dalla crisi e chi la sa affrontare riuscendo ad attingere a quelle risorse interiori magari sopite ma esistenti dentro ognuno di noi.  In questo credo stia la differenza fra chi resiste al cambiamento, finendo per subirlo, e chi lo attraversa cavalcando l’onda, scoprendo che il cambiamento è fonte di vita rinnovata.

Il termine crisi è sempre interpretato in senso negativo.

Invece può essere considerato anche positivamente, come un’occasione, un’opportunità per fermarsi, noi che viviamo vite di corsa, sempre nel fare e rischiamo per questo di smarrirci non vivendo nella consapevolezza. Fermarci per guardare alla nostra vita, per comprendere se siamo sulla nostra strada giusta o se c’è qualcosa da trasformare per rinnovarci, migliorarci facendo un salto di qualità lungo la nostra crescita intesa in senso evolutivo. I conflitti arrivano per donarci un insegnamento,  per stimolarci  a scuotere via il torpore e proseguire il cammino verso la migliore versione di noi stessi, per darci una possibilità di rinascita.

I periodi di difficoltà mettono in dubbio le nostre certezze, la nostra confort zone, spesso la nostra stessa identità.

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In quei momenti ci saranno domande in cerca di risposte, nodi da sciogliere, nuove consapevolezze da portare alla coscienza.

Si può scoprire di dover  lasciare andare cose, situazioni o persone perché non ci appartengono più, non funzionano più per noi, non sono più sulle nostre stesse lunghezze d’onda.

Separarsi da parti di sé può essere doloroso ma talvolta indispensabile.

Spesso non si riesce a cogliere subito il significato di una crisi, mentre la si sta vivendo. A volte solo a distanza si può capire che quella crisi era la cosa migliore che ci potesse capitare in quel momento della nostra vita per risvegliarci, per trovare la nostra vera vita felice, per la nostra evoluzione.

Se rimaniamo in apertura, in atteggiamento positivo e in ascolto riusciremo la musica del cuoreprima a comprendere, ad assimilare la lezione, a metabolizzare il dolore e a trovare una nuova armonia.

Certo attraversare la crisi costa sofferenza oltre che fatica. Nessuno lo vuole negare.

Ma è spesso proprio questo dolore che ci fa maturare.

Seneca diceva: L’uomo viene temprato dalle difficoltà, grazie alle quali si ritrova rafforzato, con nuove potenzialità da esprimere.

In effetti quante volte ci siamo dette che in certi periodi di difficoltà non abbiamo saputo dove abbiamo trovato la forza per superarle?

E’ proprio in quei momenti di sbandamento che riusciamo a scoprire in noi doti e potenzialità insospettabili fino a quel momento.

Ecco perché il termine crisi è rappresentato in cinese da due ideogrammi.ideogramma-crisi

Il primo indica il pericolo e quindi la sofferenza, il secondo l’opportunità.

Se si riesce dunque a vivere la crisi in senso evolutivo, rimanendo focalizzate più sulle soluzioni che sul problema o sul dolore, ogni volta riusciremo a sviluppare la resilienza, dote essenziale per avere una vita più felice. E nel contempo avremo potenziato anche la nostra autostima perché avremo fortificato la consapevolezza di saper far fronte alle situazioni difficili che la vita ci mette di fronte.

Einstein diceva: La crisi è la più grande benedizione perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’ angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.  Chi attribuisce alle crisi i suoi fallimenti e difficoltà violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. Senza le crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito.  E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.  L’unica crisi pericolosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.

Lungo queste mie parole trovate alcune locandine di film che ho trovato bellissimi e che parlano di cambiamenti positivi innescati da crisi profonde. Buona visione!

pane e tulipani

tutto-puo-succedere

 

la finestra di fronte

mangia prega ama

l'uomo che sussurrava ai cavalli

waitress