Mi sento triste

Mi sento triste

Mi è capitato più e più volte di ascoltare racconti di donne che ammettono di sentirsi insofferenti, insoddisfatte e tristi senza capirne davvero il motivo.  Di sentire dunque che c’è qualcosa che non va, ma non riuscire a focalizzare cosa stia disturbando la loro voglia di vivere felici. In fondo non c’è nulla che apparentemente non vada bene. Anzi, al contrario, c’è tutto ciò che dovrebbe far provare quella gioia di vivere a cui si anela. Eppure quelle sensazioni di disagio, di fatica, di mancanza di entusiasmo o di serenità salgono in superficie.  A qualcuno di voi risuonano queste parole?  E’ vero può capitare. E così nel quotidiano e nelle relazioni con gli altri ci si scopre noiose e lamentose o addirittura acide senza comprenderne il motivo.  E può succedere anche che una certa dose di rabbia contro sè stesse inizi ad accumularsi perchè così non ci piacciamo.

Intanto il nostro corpo ci parla. Un mal di testa oggi, un mal di pancia domani, un reflusso gastrico qua e là.

E anche le nostre relazioni di coppia ne sono influenzate. Il nervosismo le contagia. L’insofferenza dilaga dal nostro modo di sentirci alla incapacità di tollerare le imperfezioni dell’altro.

Cosa fare in questi casi?

Fermarsi. Respirare. Prendere tempo. E ascoltarsi.   Ascoltarsi sul serio, nel silenzio. Difficile è non dar retta al senso del dovere che ci chiama nel “Fare”. Prendersi del tempo per sé, tacitando i sensi di colpa. Quei sensi di colpa che nascono nel momento in cui scegliamo di dedicarci a noi mettendo gli altri in seconda fila. Gli altri che, così abituati ad avere le nostre continue attenzioni non sono tanto felici di questa inversione di rotta. Difficile è arginare il dialogo interiore della nostra mente per rimanere in ascolto del nostro cuore. Ma è necessario.

Cosa fra ciò che ci piace fare non sto facendo da tempo?  Cosa fra le cose che faccio ogni giorno mi ruba gioia, mi infastidisce, mi dà la sensazione di perdere tempo prezioso o di rubarmi energia indebolendomi?   Quali sono i momenti della giornata che preferisco? Perchè? Posso espandere questo piacere in altri  momenti della giornata?  Quando mi accorgo che il mio umore si sta alterando cosa sto facendo? Con chi sono?  A cosa sto pensando? Quale bisogno sento insoddisfatto? Cosa vorrei sparisse dalle mie giornate?

La nostra parte più profonda, quella che sa meglio di tutte cosa fa per noi e cosa no ci parla attraverso il corpo.  Riusciamo a tacitare tutto il rumore esterno per ascoltare i suoi segnali? Sappiamo dargli un senso, un significato?  E riusciamo poi a trasformare i nostri comportamenti in modo che ci sia una corrispondenza fra i nostri bisogni e le nostre azioni?

Siamo sempre troppo di corsa, rincorriamo gli impegni ossessionate dallo scorrere veloce del tempo. Siamo sempre troppo  intente a rispondere a chi ci vuole sempre performanti.  Pena sentirci perdenti, fra quelle che non si impegnano a superare di continuo i propri limiti, che non danno sempre il meglio, che non sfruttano i loro talenti, che non producono il massimo. Non vogliamo perderci nulla. Vogliamo controllare tutto, non riusciamo a dire di no a nessuno e a nulla, vinte dalla paura di veder sfumare opportunità imperdibili. E intanto ci perdiamo nel Fare e ci dimentichiamo di Essere e di Sentire.  Perchè? Se ci fermiamo, quale paura ci assale?   E se scoprissimo che non fare tutte le cose che crediamo di “dover” fare non fa cascare il nostro mondo? Ci perdiamo dimenticandoci chi siamo, quali sono le cose che davvero contano per noi, cosa vogliamo realizzare. E immerse nel fare non vediamo i meccanismi che ci dirigono, di quali energie viviamo e quali energie muoviamo, quali reazioni, paure, bisogni, emozioni ci dirigono, quali copioni perpetuiamo ereditati, appresi da bambine. Comprendere tutto questo è vivere nella consapevolezza.  Vivere in consapevolezza è vivere il presente. E solo vivendo il presente si può vivere felici.

Quante invece vivono trascinate dagli eventi senza rendersene conto. E corrono , corrono, come un criceto nella sua ruota. Magari sono anche eventi positivi, non traumatizzanti. Ma capitano. Non sono frutto di scelte consapevoli. Allora quante vivono senza scegliere davvero consapevolmente per dare un senso alle giornate?  Un senso che sia in linea col nostro daimon, con lo scopo che siamo chiamate a realizzare nella nostra vita.  Impariamo a scegliere ciò che è rilevante per noi, ciò che fa la differenza!  Facciamoci guidare dai nostri valori. Dai nostri sogni. Ce li ricordiamo?  Li abbiamo dimenticati o peggio traditi?

Per rispondere a tutte queste domande, sciogliere i nostri dubbi dobbiamo uscire dalla giostra della nostra vita che gira, gira, facendoci venire il mal di testa e estraniarci, rifugiandoci nel silenzio e nella solitudine. Eh sì!  La solitudine ci serve. Il più delle volte invece ci fa paura. E proviamo a lasciare che le risposte emergano dal nostro cuore.

Se ti va di approfondire , se da sola fatichi a trovare le risposte o a dare un significato ai tuoi malesseri o ai richiami del tuo corpo prendi un appuntamento con me.