Laura oggi è una personal job coach, consulente d’azienda e come runner colleziona maratone.  Ma gli ambiti in cui maggiormente sente di essere sé stessa sono quelli di scrittrice e viaggiatrice. Il cammino è una metafora dell’ esistenza. Pertanto: camminare insegna come vivere. E mentre cammina scrive di luoghi e persone che incontra.

Vedo Laura a distanza di due mesi dal suo rientro dal Giappone dove è rimasta per 5 settimane a cimentarsi col cammino degli 88 templi. Zaino di 8 kg in spalla, ha percorso circa 900 km (un pullman qua e là è stato di aiuto). Nello zaino il suo fedele computer con cui scrive magnificamente ciò che la colpisce.

Quando la incontro dopo ogni suo viaggio mi sembra sempre più luminosa.

Laura in aeroporto di ritorno dal suo cammino in Giappone.

La conosco da quando le facevo formazione nella scuola di coaching in cui era approdata e poichè il master le stava stravolgendo la vita avevamo programmato un percorso di life coaching vis a vis.

Lavorava come HR da 14 anni in azienda.  Prima in una grande e importante, dove ha iniziato ed è cresciuta apprendendo tutti gli strumenti necessari al suo mestiere. Poi in una più piccola dove ha potuto rendersi concretamente conto che l’esperienza appresa le avrebbe permesso di fare il salto che sperava di poter arrivare a fare. Diventare libera professionista. Da tempo, quando incontrava donne che erano diventate imprenditrici di sé stesse seguendo i loro sogni, si chiedeva se mai ce l’avrebbe fatta anche lei.

Ebbene: altro che salto!  Direi un triplo salto (non)mortale

 

E’ arrivata ad iscriversi al Master in Coaching perché ciò che provava era una sensazione di incomprensibile irrequietezza.

Aveva tutto. Una relazione, una rete di amicizie solida. Il suo lavoro le era sempre piaciuto perché le dava la possibilità di viaggiare, le permetteva di impegnarsi in progetti internazionali, aveva sempre avuto la libertà di svolgerlo a “modo suo” e non per ultimo lo considerava una missione. Per lei era l’opportunità per essere al servizio delle persone, per aiutarle a crescere o per aiutarle ad essere persone contente di stare in quell’ azienda. Poi  sono arrivati  tempi cupi in cui il vertice ha deciso di tagliare il personale e le cose si sono fatte difficili. Laura ha cercato di comprendere i diversi personali contesti e di limitare il più possibile situazioni irrecuperabili. Lavorava tanto con un dispendio di energie emotive notevoli. E’ così che ha sentito il bisogno di ricaricarsi, di dedicarsi del tempo che non aveva mai speso per sé stessa, per pensare ai suoi sogni. Il coaching le poteva servire come ulteriore strumento da usare sul lavoro. E questo pensiero l’ha fatta scegliere.

In principio non aveva compreso quanto il coaching le sarebbe servito per trasformare in primis la sua vita e per trovare quella giusta dimensione in cui essere completamente sé stessa.

Intanto i licenziamenti continuavano, il lavoro di coaching su di sé pure. Fare tirocinio e vedere la trasformazione dei suoi coachee la iniziava ad elettrizzare.

Apre un suo blog (1° salto mortale: Laura esce allo scoperto. Ci mette la faccia e tante energie per concretizzare il cambiamento e la trasformazione della sua vita)

Favoloso!  Perchè Laura ha il dono della scrittura e ora più che mai è decisa a metterlo in pratica. Tutte le sue potenzialità messe in evidenza dal metodo del coaching sono in atto.

E un bel giorno decide:

Compra un biglietto di sola andata per Buenos Aires. Vuole fare un cammino di 3 mesi fra Argentina, Bolivia e Perù. Una scelta di cammino un po’ meno usuale dai soliti oramai parecchio frequentati. Il primo, Santiago, l’aveva fatto più di 10 anni prima. Una scelta coraggiosa quest’ultima e davvero impegnativa. (2° salto mortale: Il cammino diventa parte integrante della sua vita. La sua dimensione più vera. Di cui non potrà più farne a meno)

Solo poi chiede l’aspettativa all’azienda.

Durante il cammino sono arrivate le scelte più importanti perchè camminare insegna come vivere!

Mentre camminava per quei luoghi stupefacenti Laura impara a stare in apertura e a cogliere i segnali che le arrivano. Impara che programmare tutto spesso non serve. Che a sbagliare strada non succede nulla. Poche cose nella vita sono irrimediabili mi dice. Quant’è vero!! Si può tornare indietro fino al primo cartello lasciatosi alle spalle e ricominciare da lì.  Ma capita anche che sbagliando si finisca per scoprire qualcosa che non ci si aspettava di vedere o vivere. In ogni caso ogni sentiero percorso  ha qualcosa da insegnare. Laura impara che tante sono le strade alternative. Lasciarsi trasportare dalla curiosità fa vivere le giornate con entusiasmo. Questo sì che è vivere!  Capisce che è proprio vero che l’importante è non stare fermi.   Mi dice che ha fatto suo un concetto che aveva sentito da me in aula e che riporta spesso a sua volta ai suoi clienti: Il cambiamento può iniziare solo da noi ed è nostro potere metterlo in atto. E quando metti le cose in movimento le cose succedono. Come quando, dopo aver allineato i tasselli del gioco del domino, si da una piccola spinta al primo, tutti, uno dopo l’altro cadono. Laura impara che il miglior modo di vivere è lasciarsi guidare dalla curiosità di esplorare le diverse possibilità che ci sono. Non che ci potrebbero essere. Che ci sono!  In questo modo ognuno può disegnare la sua mappa. Quella più giusta per i suoi gusti. Camminando Laura ha cambiato il suo modo di guardare alla vita, di approcciarsi ad essa. Camminare le ha insegnato come vivere.

3° salto mortale: Laura, durante il cammino, decide di licenziarsi. Sceglie di vivere la sua vita facendo la personal job coach, la consulente d’azienda, la scrittrice e la viaggiatrice.

Non voleva solo cambiare lavoro. Voleva cambiare vita. Voleva fare qualcosa di suo e voleva trovare la giusta dimensione per esprimere interamente sé stessa, per sentirsi nei suoi panni, per sentirsi libera di gestirsi e gestire il suo tempo e per lasciare andare quelle etichette che si era sempre sentita addosso e che non le appartenevano, la facevano sentire vincolata. La libertà è linfa vitale per lei. Il suo valore primario, la sua essenza. Laura ama relazionarsi con gli altri. Non ne potrebbe fare a meno. Ma sa di essere un battitore libero. E non ha più intenzione di non concedersi di esserlo. Vuole che la sua missione sia continuare ad aiutare le persone a trovare e sviluppare le loro potenzialità per crescere. Perciò ha scelto di lavorare solo in questa direzione e in autonomia. Accetta solo i progetti aziendali che le permettono di realizzare i suoi valori ed ideali.  Sceglie di lavorare quanto serve, a volte senza orari, senza sabati e domeniche. Spostandosi di continuo, da una città all’altra. Ma per 2 mesi all’ anno il viaggio diventa il protagonista della sua vita.

I concetti chiave che credo racchiudano il messaggio di Laura?

  • Non stare ferme ma lasciare che la curiosità ci metta in movimento, esplorando con entusiasmo le diverse strade.
  • Per vivere la vita che si desidera vivere occorre volerlo davvero. Occorre essere determinate e perseveranti, innescare il primo cambiamento e poi avere la pazienza di fare tutti i passi necessari senza arrendersi.