Consapevolezza e Responsabilità

Non si può pensare di iniziare un percorso di crescita personale senza riflettere sul tema della responsabilità.

Assumersi la responsabilità di ciò che si vive, di ciò che si percepisce, di ciò che si pensa e di come si dirige la propria vita è ciò che fa la differenza fra sopravvivere, lasciandosi travolgere dagli eventi, lasciandosi manipolare da chi ci vive attorno e vivere in consapevolezza.

Cosa succede spesso nella nostra vita?

Spesso ci sentiamo cristallizzati, imprigionati in copioni ripetitivi.

Le persone con cui ci relazioniamo, genitori, compagni di vita, figli e colleghi spesso risvegliano in noi questo sentire. Ci sentiamo vittime del loro modo di fare, di essere, di atteggiarsi nei nostri confronti. E facciamo ricadere sui loro comportamenti o sulle loro parole il nostro malessere.

Questo lo riscontro spesso nei miei consulti, quando le persone arrivano desiderose di cambiare, di trasformare la loro vita, di realizzare i loro progetti, rispetto ai quali, però, si sentono come impaludati nelle sabbie mobili, bloccati da delle resistenze che sentono imposte dall’esterno.

L’attenzione è frequentemente concentrata su ciò che è esterno da noi, piuttosto che dentro di noi.

E’ così che, di fronte alla difficoltà di costruire la vita che si desidera, ciò che emerge è o il risentimento nei confronti di chi sentiamo ci sta bloccando, o i sensi di colpa che nascono da pensieri svilenti che sabotano la nostra autostima e la nostra forza. “Faccio sempre gli stessi errori,  Ho sbagliato tutto nella vita, Sento di aver fallito anche questa volta, Cosa ci posso fare oramai, Finisce sempre così, Mi mettono sempre i bastoni fra le ruote…..”.

Impotenza e sensi di colpa distruggono il nostro potere personale, la capacità di mettersi alla regia della nostra vita.

Molte volte le persone iniziano a lavorare su sé stesse, iniziano ad ipotizzare un possibile cambiamento, si concedono di fermarsi per regalarsi un tempo per comprendere come proseguire la loro strada quando si ritrovano in una crisi, quando, cioè, toccano il fondo.

Ogni crisi in realtà, seppur dolorosa o complicata da vivere è una grandissima opportunità, un’occasione per ribaltare ciò che sentiamo non funzionare più nella nostra vita.

Purtroppo spesso funzioniamo così.

Meno diffuso è l’atteggiamento di scegliere di fermarsi per valutare ciò che si sta vivendo.

Cosa mi sta rendendo felice?

Cosa non voglio più? E perché?

Quali bisogni sono cambiati?

In cosa sono arrivato a credere con l’esperienza che comporta un nuovo indirizzo per la mia vita?

Qual è il senso che ora, per la nuova fase in cui mi trovo, voglio dare alla mia vita?

Quali strumenti mi porto nella mia cassetta di attrezzi regalati dall’ esperienza fatta finora? Perché possiamo abbracciare l’idea che tutti quegli errori che sentiamo di aver potuto commettere non sono altro che “lezioni” che abbiamo appreso. Se le portiamo alla coscienza, alla consapevolezza, costituiscono quel bagaglio di saggezza che ci permetterà di crescere, di evolvere, di essere sempre più protagonisti nella nostra vita.

Eccola allora la nostra responsabilità: Scegliere di comprendere ciò che stiamo vivendo, renderci consapevoli di ciò che stiamo imparando giorno dopo giorno, riappropriarci di tutte quelle risorse interiori che ci permettono di prendere o riprendere in mano le redini della nostra vita, di comprendere i nostri pensieri, le nostre credenze, trasformandole laddove siano delle gabbie o delle zavorre, imparare a tenere conto delle nostre emozioni e vissuti, scoprire i nostri talenti e le nostre potenzialità…

Nulla di ciò che viviamo è frutto del caso, questo è ciò che ho imparato e ciò in cui fermamente credo. L’ho visto nella mia vita, l’ho vissuto sulla mia pelle. Accettare questo, mi ha permesso di iniziare a vedere il fil rouge che attraversava la mia vita con le lezione connesse che avevo da integrare. Tutto ciò che viviamo si concatena secondo la legge di causa-effetto.

Cosa parte da me? Questa è la domanda “principe” che possiamo porci se vogliamo assumerci la responsabilità della nostra vita, se vogliamo riappropriarci del nostro potere personale per vivere ciò che desideriamo vivere, per realizzare i nostri progetti e i nostri sogni secondo i nostri valori, bisogni e il senso che vogliamo dare ai nostri giorni su questa terra.

I nostri pensieri, partono da noi e hanno degli effetti sulle nostre scelte. I nostri dolori, quelli che non ci decidiamo di affrontare, di trasformare, di lasciar andare, di sciogliere hanno degli effetti sul nostro modo di reagire ai comportamenti altrui o agli eventi che la vita ci ripropone di vivere. Le frequenze su cui scegliamo di vivere, quelle della lamentela, del vittimismo, della colpevolizzazione, del giudizio, solo per citarne alcune, determinano le nostre emozioni e il nostro modo di approcciarci alla vita.  I ruoli che scegliamo di interpretare determinano il nostro sentire interiore. Le nostre credenze, che diventano profezie, hanno l’effetto di indurci a vedere solo ciò in cui crediamo.

Siamo responsabili delle nostre scelte, della nostra felicità, della nostro benessere a tutto tondo.

Sicuramente qualcuno potrebbe obiettare che non ha voluto perdere il lavoro, che non ha voluto ammalarsi, che non ha certo voluto essere rifiutato o abbandonato, che non ha voluto quel dolore che lo sta devastando. Cosa può essere partito da sé stessi per aver meritato questo?

Nessuno vuole insinuare che deliberatamente ci si è procurati ciò che ci ha messo in difficoltà o una sofferenza profonda.

Ma forse ciò che determina come viviamo anche le situazioni più complicate o più dolorose dipende dalle frequenze in cui scegliamo di vivere. E quelle stesse frequenze determinano ciò che “vediamo”, ciò che in qualche modo ci attiriamo.

Avete presente quei video in cui persone che hanno subito ingiustizie incredibili, violenze o che sono diversamente abili diventano motiva tori eccellenti che spiegano a platee immense come attraverso ciò che hanno vissuto hanno trovato il vero senso, l’energia e la forza per fare cose incredibili trovando la loro realizzazione e la loro serenità? Ecco. Questo intendo quando affermo che tutto dipende dall’interpretazione che diamo a ciò che ci accade e dunque a come viviamo emotivamente quel che ci accade.

Ricordo tanti Ted’s ascoltati al riguardo, o a tante testimonianze. Non per ultima mi aveva tanto colpito quella di una mamma che aveva perso la figlia in un incidente in motorino a causa della guida in stato di ebbrezza di un ragazzo, la cui macchina l’aveva travolta. Era diventata il baluardo del valore del Perdono e in nome della figlia strappatagli stava realizzando progetti per aiutare le vittime degli incidenti. Senza togliere la responsabilità al ragazzo di assumersi l’onere di ripagare, in qualche modo, gli effetti di ciò che la sua scelleratezza aveva causato.

Ad ognuno la sua responsabilità di comprendere la propria lezione di vita e di costruire, di conseguenza, e concretamente ciò che ne conseguiva.  Accettare che tutto sia in qualche modo “Perfetto” per noi, per le lezioni che possiamo integrare per la nostra crescita, per la nostra evoluzione non ci farà sentire vittime impotenti con la sensazione di poter solo soccombere nella delusione, nella tristezza, nel dolore, nel rancore e nello sconforto più totale.

Cosa possiamo fare dunque? Prendere una decisione!

Come voglio vivere la mia vita? A che punto mi ritrovo della vita e cosa voglio costruire da oggi in poi?

Voglio smettere di sentirmi impossibilitata a realizzare i miei sogni?

Quali pensieri scelgo di fare diventare miei?

Che tipo di persona scelgo di diventare?

Cosa scelgo di fare per trasformare il mio atteggiamento verso ciò che sento mi accade?

Scelgo di scoprire quali convinzioni stanno dirigendo la mia vita, a volte senza che ne sia consapevole?

Voglio scoprire cosa ho nella mia cassetta degli attrezzi che mi può essere utile per vivere al meglio?

Voglio iniziare a indagare quali altri punti di vista possono esserci e che mi possono indicare una strada diversa per riuscire a realizzare i miei obiettivi?

A volte è doloroso e faticosa guardarsi dentro. Alle volte non si sa da dove iniziare o come fare. Fare un viaggio di consapevolizzazione è fare un viaggio di introspezione. Guardare le nostre ombre può farci paura. Paura di scoprire il famoso vaso di pandora. Ma illuminare queste ombre ci permette poi di sentirci più leggeri in realtà, più in grado di essere gli artefici del nostro destino.