Una delle principali lezioni di vita di ciascuno di noi è quella di imparare ad amarsi.

Ma cosa significa amarsi? Come si fa ad amarsi?

E’ comune sentire dire “Io ho imparato ad amarmi: ora mi prendo i miei spazi per dedicarmi a me, vado a lezione di yoga, esco con gli amici e le amiche, riesco a dire no quando gli altri mi chiedono troppo, mi sono comperata quelle scarpe che tanto desideravo, anche se non erano davvero una necessità ma più un sogno, mi sono preso dei giorni di vacanza per andare a sciare con un amico..”

Certamente tutto questo è buona cosa. Concedersi ciò che per educazione, forse, si è poco preso in considerazione in passato, perché curarsi del proprio benessere fisico ed emotivo o regalarsi gioia e leggerezza è da egoisti, da persone che si preoccupano più di sé stesse che degli altri, va molto bene.

Alle volte, però, questi nuovi comportamenti appresi, rimangono dei falsi miti.

Perché? Perché dipende se questi comportamenti sono agiti per reazione o per compensazione oppure se la loro origine sta davvero nell’ aver appreso ad amarsi.

Si comprende che sono falsi miti quando queste persone continuano a soffrire i momenti di solitudine, quando vivono di sensi di colpa e continuano a giudicarsi, quando pretendono moltissimo da sé stesse ricercando sempre un maggior perfezionismo, quando si obbligano continuamente ad affrontare sfide per dimostrare di essere capaci, oppure al contrario, rinunciano, scoraggiandosi facilmente, nel conseguimento dei loro obiettivi, non credendo nelle proprie possibilità. E nel contempo non possono fare a meno di paragonarsi agli altri. A volte dunque si sfiniscono per il bisogno di dimostrare e di emergere, per bisogno di essere riconosciuti, a volte cadono nella passività e nella procrastinazione. Sono persone che spesso vivono nella paura di essere smascherate, di apparire fragili e incapaci. E nella vita finisce che si autosabotano. Sono persone che si possono nascondere dietro a professioni socialmente riconosciute come importanti, belle case e begli oggetti, per non sentire la mancanza, il vuoto di valore.

Una bravissima mia collega dice “l’ego è il barometro del non amore che possiamo provare per noi stessi”.

E l’ego è quella parte di noi che narra a sé stesso circa il come vuole mostrarsi all’esterno. L’ego è quella parte di noi capace di mascherarci, per non risultare all’esterno in quegli aspetti di noi che non accettiamo. Più grande è l’ego più grande è la non accettazione di sé.

E la non accettazione è non amarsi.

Si può uscire, partire per un viaggio, occuparsi di sé, ma non permettersi di essere sé stessi, esprimendo liberamente pensieri, emozioni e bisogni, per paura delle reazioni altrui, o di dispiacere coloro dai quali si desidera essere stimati ed amati.

E quando si incontra qualcuno che ci dimostra il suo interesse, ci si aggrappano con tutte le forze.

Dunque, quando si arriva ad amarsi davvero?

Amarsi è accettarsi per ciò che si è. E ci si accetta quando si sente il proprio intrinseco e genuino valore, che è indipendente da ciò che facciamo, da ciò che abbiamo, dalla professione che svolgiamo, da come appariamo. Scompaiono allora i sensi di colpa, il bisogno di apparire, di dimostrare, di essere perfetti, di paragonarci, di avere tutto sotto controllo.

Dove nasce il non amore?

Il non amore per sé nasce spesso nella nostra infanzia, quando la bambina e il bambino che siamo stati hanno potuto iniziare a credere, vivendo o anche semplicemente interpretando parole o atteggiamenti delle  persone importanti che li crescevano, genitori, fratelli, insegnanti, di non essere importanti, di non essere visti e considerati, di essere deludenti, di non essere all’ altezza, di non aver valore, di poter essere amati solo se rispondevano ad una serie di aspettative. Quindi quando hanno potuto iniziare a pensare di non essere meritevoli di un amore incondizionato, di non aver importanza e valore.

E’ importante  andare a sanare queste eventuali ferite. E’ importante ritornare dentro di sé, alla propria essenza, riconnettendosi alla nostra natura divina. Ecco che allora, fare ciò che ci dona felicità, che ci nutre, lasciar entrare gioia e leggerezza nella nostra vita, sarà davvero amarsi e darsi ciò che si sente di meritare.

Come potremmo riassumere il concetto di amarsi?

Ci si ama quando si accetta di essere esattamente ciò che si è, non obbligandoci ad essere come crediamo che gli altri ci vogliano o come desidereremmo essere per sembrare qualcun altro che ci appare migliore. E’ accettarci con i nostri punti di forza, ma anche con i nostri punti deboli. E rispetto a questi essere indulgenti con sé stessi e perdonarsi per le eventuali mancanze ed errori, smettendo di criticarci e di paragonarci agli altri. Rinunciare di voler essere chi avremmo voluto essere per essere esattamente ciò che siamo, riconoscendoci come individui unici e  permettendoci di esprimere quella unicità. E’ dare valore a ciò che sentiamo, proviamo, viviamo, ai nostri desideri, sogni, e bisogni e dare valore ai nostri pensieri e alle nostre opinioni. E’abbracciare chi si è col proprio scopo di vita, il proprio compito.